Grassi e zuccheri; droghe per il cervello
Sia i cibi grassi, sia quelli zuccherati agiscono sugli stessi circuiti cerebrali che vengono attivati dal consumo degli oppiacei. È questo il risultato di una ricerca presentata durante la conferenza della Società per gli studi del comportamento alimentare che si sta tenendo a Portland (Oregon). Oltre a delucidare i meccanismi alla base della cosiddetta “acquolina in bocca”, questo studio getta nuova luce sui meccanismi alla base dei disordini dell’alimentazione, come la bulimia.
La ricerca è stata condotta da un’équipe di ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora, coordinata da Nicholas Bello. I dati ottenuti mostrano che l’elevato e ripetuto consumo di questi cibi attiva i recettori cui si legano gli oppiacei, ad esempio la morfina. Ciò è reso possibile dal fatto che nel nostro organismo sono presenti degli oppiacei naturali che, interagendo con questi recettori, generano le sensazioni di piacere ed euforia. Inoltre, è stato possibile determinare che le molecole che si attivano in seguito all’assunzione di zuccheri e grassi sono localizzate nell’area del cervello che controlla la quantità di cibo assunta durante i pasti.
Il meccanismo identificato genera un vero e proprio circolo vizioso: consumare grandi quantità di cibi appetitosi attiva i recettori degli oppiacei, che, a loro volta, aumentano il desiderio di abbuffarsi nuovamente. Proprio su ciò si basano le speranze di poter comprendere meglio i disturbi legati all’alimentazione.
venerdì 20 novembre 2009 ore 23:02
buonasera, se la Pasta asciutta ed il Pane sono carboidrati che si trasformano in zuccheri ( e pure Polenta Riso e tutte cose buonissime) si spiega perchè uno ne mangerebbe sempre in grosse quantità.