Laser per l’Alzheimer

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Tag: #alzheimer #amiloide #cura dell'Alzheimer #laser #microscopio
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Un gruppo di scienziati giapponesi nell’intento di studiare la formazione delle placche andando a indagare la singola fibra amiloide (processo che porta all’Alzheimer), hanno scoperto invece – ciò che viene normalmente definito dalla comunità  scientifica come “serendipity[1]”- una possibile cura per la malattia degenerativa. Il dottor Yuji Goto e i suoi colleghi dell’Università  di Osaka avevano messo a punto un sistema per studiare la formazione di amiloide così fatto: un microscopio a fluorescenza combinato con un marcatore fluorescente specifico della proteina amiloide, la tioflavina T (thioflavin T ThT). Irradiando la superficie di interesse con una luce laser da 442 nm per eccitare la tioflavina si sono accorti che la beta 2 microglobulina (β2-m), la principale componente delle fibre amiloide, si inibiva. Analizzando più dettagliatamente le fibre, il team si è accorto che il laser non solo inibisce la formazione di nuove fibre amiloidi, ma distrugge quelle già  presenti degradando le proteine. I ricercatori hanno pubblicato quanto osservato sul Journal of Biological Chemistry e nell’articolo ipotizzano che la tioflavina attivata dalla luce laser possa trasferire parte della sua energia all’ossigeno dei tessuti per formare un composto dell’ossigeno capace di degradare le fibre proteiche. Ovviamente sono necessarie altri esperimenti per verificare se la scoperta potrà  essere in futuro trasferita anche sull’uomo. [1]Serendipity è lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un’altra. Ma il termine non indica solo fortuna: per cogliere l’indizio che porterà  alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere il valore di esperienze che non corrispondono alle originarie aspettative. Un altro esempio emblematico è rappresentato dalla scoperta dei neuroni specchio: mangiando casualmente una nocciolina davanti a un macaco, un ricercatore vide che i neuroni motori del macaco “sparavano” impulsi elettrici, anche se l’animale non stava compiendo nessun gesto. [via medgadget | maggiori informazioni | immagini dal video]

Publicato: 2009-01-09Da: Bio Blog

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