Nuove opportunità  per i prematuri

Categoria: Archive IT Gravidanza
Tag: #bambini #Gravidanza #malattie neurologiche #neonati #neonati prematuri #parto
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Una nuova ricerca, portata avanti dal Dr. Eichenwald, direttore del centro neonatale del Texas Children’s Hospital di Houston, sta sviluppando un nuovo modo per aiutare i medici e genitori in una delle più angoscianti decisioni in medicina, su quale trattamento offrire ad un piccolissimo neonato prematuro.

Questi bambini sono al limite della vita, di peso inferiore a 2 Kg e nati dopo tra la 22esima a 25esima settimane di gravidanza, ben prima delle normali 40 settimane. Circa 40.000 bambini ogni anno nascono in questa fase molto precoce. Il nuovo metodo utilizza una calcolatore on-line sviluppato per tali casi, introducendo alcuni fattori come peso alla nascita e il sesso, che genererà  delle statistiche sulle possibilità  di sopravvivenza del bambino e il rischio di disabilità . Le statistiche non sono ovviamente una previsione personale. Il sistema stima il rischio sulla base dei dati di simili neonati inseriti in un grande studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. Alcuni fattori sono un vantaggio per neonati. In ogni età  gestazionale, hanno più probabilità  di sopravvivere e di sfuggire a gravi disabilità , se nascono singoli piuttosto che gemelli o se alle loro madri durante la gestazione vengono somministrati steroidi prima della nascita al fine di aiutare la maturazione polmonare durante lo sviluppo fetale (sostanza surfrattante). Le femmine hanno un indice di sopravvivenza maggiore rispetto a maschi della stessa età , un fattore che i medici hanno studiato su un lungo periodo, ma senza essere in grado di dare una spiegazione. Uno di questi fattori è ad esempio una settimana di differenza tra i sessi, che fa un’enorme differenza in via di sviluppo da 22 a 25 settimane di gravidanza. La ricerca indica che una femmina di 23 settimane potrebbe essere forte come un maschio di 24. Sebbene alcuni neonati prematuri, muoiono, a volte dopo settimane o mesi di terapie e procedure invasive in unità  di terapia intensiva. Chi riesce a sopravvivere spesso riporta gravi danni cerebrali, come problemi nel comportamento, cecità  e ipoacusia o anacusia e altre disabilità . I risultati sono quasi impossibili da prevedere al momento della nascita. I medici e i genitori lottano per decidere quando il trattamento intensivo sembra essere ragionevole, e quando la morte o gravi disabilità  sembra molto probabili, anche dopo un lungo trattamento, dove forse si potrebbe lasciare che la natura segua il proprio corso dando solo delle terapie di base. Queste decisioni, fatte ogni giorno negli ospedali di tutto il mondo, sono soggette ovviamente alla passione e all’amore per la vita. Nessuno pensa mai al peggio in queste situazioni, ed è difficile, anche per le famiglie e per i medici. Questo studio in parte da ai medici e genitori più solide prove per prendere decisioni. Ovviamente la casistica deve essere sfoltita dei casi “miracolo” per non incappare in falsi positivi o falsi negativi. Bisogna però capire quale è l’effetto generale di questo studio sulla pratica medica, per capire quale trattamento offrire ai neonati prematuri. Due famiglie nella stessa situazione potrebbero facilmente far fronte alle decisioni cliniche e ovviamente decidere di proseguire il trattamento. Attualmente, le decisioni su come utilizzare la respirazione, l’alimentazione per via endovenosa e altre forme di terapia intensiva sono per la maggior parte sulla base delle stime di un bambino di età  gestazionale, come finora è stato lungo la gravidanza. Lo studio comunque ha mostrato risultati diversi in due bambini con la stessa età  gestazionale, dando un criterio per decidere il trattamento, può esserci una diversa probabilità  di sopravvivenza e di disabilità . Per esempio, un neonato di 24 settimane di età , di due gemelli maschi, la cui madre non ha ricevuto steroidi, ha una probabilità  di sopravvivenza del 69 per cento e del 50 per cento di avere una disabilità . Una femmina, nata da parto gemellare, stessa età  e di peso ha la probabilità  di sopravvivenza del 86 per cento e del 23 per cento di possibile disabilità . In teoria, almeno, il calcolatore sembra favorire per le femmine, in quanto, a parità  di tutto il resto, la loro probabilità  di sopravvivenza è migliore. Lo studio ha incluso 4446 bambini, nati tra 22 e 25 settimane in 19 ospedali diversi con una terapia intensiva neonatale; 744 bambini, nati in 22esima settimana, non hanno ricevuto cure, e sono morti. I bambini sono stati valutati al momento della nascita, e sono stati esaminati i sopravvissuti. La metà  dei bambini sono morti. La metà  dei sopravvissuti ha avuto alterazioni neurologiche, e la metà  delle menomazioni erano molto gravi. Nota personale: Mi sembra pertinente il fatto di avere a disposizione un sistema scientificamente statistico sull’outcome dei singoli casi, basandosi su un’ampia casistica. è lo stesso studio che è stato introdotto per prevedere l’outcome dei pazienti in coma. è ovvio che sapere in anticipo, su dati clinici, quale potrà  essere l’outcome del prematuro, sia esso positivo o negativo, non solleverà  nessuno dall’incarico di continuare il trattamento terapeutico fino alla fine con professionalità  e precisione. [via The New York Times]

Publicato: 2008-04-18Da: Bio Blog

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