Il cervello riconosce la lingua madre

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È di ieri la notizia, tutta di casa nostra, di uno studio effettuato a pochi passi dal Policlinico in cui lavoro e faccio ricerca, a dimostrazione della presenza di un’area cerebrale di riconoscimento della propria lingua madre, distinguibile dalle altre lingue acquisite durante la propria esperienza.

Lo studio effettuato nel laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva del Dipartimento di Psicologia dell’Università  di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR di Milano-Segrate dimostrano che esiste una regione del cervello, chiamata area per la forma visiva delle parole, localizzata nel cosiddetto giro fusiforme sinistro della corteccia occipito/temporale, che riconosce automaticamente la forma delle lettere e delle parole, ed è molto sensibile ai livelli di familiarità  delle stesse.

La ricerca è stata condotta su 15 interpreti simultanei italiani di elevata professionalità  la cui conoscenza dell’inglese era indistinguibile da quella della lingua madre. Questo è stato constatato tramite lo studio dell’attività  bioelettrica cerebrale in grado di distinguere la lingua madre da qualunque lingua appresa in età  scolare.

In particolare, nella mappatura cerebrale, viene denotata una prima onda positiva d’attività  (N170) sulla regione visiva sinistra del cervello, con una latenza tra 150 e 200 ms dopo la lettura di una parola, a seconda che la parola letta appartenga alla lingua madre o a lingue apprese successivamente. L’apprendimento della lingua nativa si verifica contemporaneamente all’acquisizione delle conoscenze concettuali e regolamentative.

L’attività  de neuroni adibiti alla comprensione del linguaggio è molto diversa per parole della lingua madre o di altre lingue straniere apprese, e la misurazione dei loro potenziali bioelettrici (differenza di potenziale) è molto sensibile all’età  di acquisizione di una lingua.

Dopo i 250 ms dalla presentazione di una parola è anche possibile stabilire con una certa precisione le differenze nella competenza linguistica per le varie lingue straniere (ad esempio inglese rispetto a tedesco). Dall’osservazione dell’attività  cerebrale sulla regione visiva occipitale sinistra e frontale sinistra e destra si nota che la parte posteriore del cervello è più attiva durante la lettura di parole della lingua meglio conosciuta, mentre la parte anteriore lo è, sempre per la lingua meglio padroneggiata.

I risultati dello studio, in definitiva, hanno dimostrato che la lingua madre di una persona che non parla può essere dedotta dalla sua rispondenza bioelettrica alle parole se le si richiede di esaminare attentamente un testo pur senza richiesta di comprenderlo. Questo può avvenire anche in persone amnesiche, in stato confusionale o sordomute, come pure in persone con gravi forme degenerative cerebrali o di paralisi muscolare.

[via CNR]

 

Publicato: 2008-04-07Da: Bio Blog

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