La procedura nota come trapanazione, in cui viene effettuato un foro nel cranio, è un’antica forma di neurochirurgia che viene svolta sin dall’età della pietra. Esattamente il motivo per cui popoli antichi effettuavano la trapanazione è rimasto una questione di dibattito: alcuni ricercatori sostengono che essa veniva effettuata per motivi medici, come oggi, mentre altri credono che veniva fatta per magia o per motivi religiosi.
Un nuovo studio americano condotto da due antropologi fornisce la prova che gli Inca eseguivano la trapanazione per il trattamento di lesioni encefaliche; che la procedura era di gran lunga più comune di quel che si è sempre pensato, e che i chirurghi Incas erano altamente qualificati con una conoscenza approfondita del anatomia del cranio e dell’encefalo.
Nella capitale Inca di Cuzco, in uno scavo, sono stati ritrovati 411 teschi, di cui 66 presentavano queste perforazioni di varie forme e dimensione. Più della metà sono di forma circolare, ma alcune sono irregolarmente ovali o quadrate, e uno (come in figura) è di forma rettangolare. I diametri dei fori circolari vanno da circa 0,3 – 7,3 cm.
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