Parlando ancora di etanolo

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Spesso in Italia si parla di alcol. Indagini, statistiche, nuove ricerche e purtroppo, molto spesso, incidenti stradali, ci riportano a parlare del consumo di bevande alcoliche nel nostro paese. Ed cosi vi riporto  nuovi dati al riguardo: secondo uno studio dell’Istituto Superiore di Sanita’ l’ebbrezza dell’alcol fa presa soprattutto sui giovani e sugli over 65 italiani. Sono a rischio circa 9 milioni di consumatori, di cui 3 milioni hanno piu di 65 anni. In Italia i bambini diventando consumatori verso gli 11-12 anni. I Servizi di Alcologia e i Sert hanno 1600-1800 pazienti under 19. Dopo aver fornito tali informazioni, credo sia opportuno, sebbene per alcuni forse ripetitivo, indagare effettivamente su cos’e’ l’alcol, cosa accade esattamente nel nostro organismo quando ne ingeriamo. Prima di tutto quando parliamo dell’alcol adatto al consumo alimentare ci riferiamo alla molecola dell’etanolo. L’etanolo è un alcol a corta catena, la cui formula bruta è CH3CH2OH. E’ prodotto in natura dalla fermentazione (detta fermentazione alcolica) degli zuccheri. È presente nelle birre in percentuali solitamente inferiori al 10%, nei vini in percentuali comprese tra il 10 ed il 15%, nei liquori in percentuali fino al 70%. L’etanolo, dopo essere ingerito, viene rapidamente assorbito dallo stomaco e dall’intestino tenue e si distribuisce in tutta l’acqua corporea. La maggior parte (circa il 90%) dell’etanolo viene metabolizzato nell’organismo, mentre una piccola parte viene eliminata nelle urine, nel sudore e nell’aria espirata. L’etanolo inizia ad essere metabolizzato nello stomaco ad opera dell’enzima alcool deidrogenasi(ADH) gastrica. L’organo dove avviene la maggior parte del lavoro, e’ pero’ il fegato, dove tramite una serie di reazioni di ossidazione, l’etanolo viene prima trasformato in acetaldeide, che viene poi convertita in acido acetico dall’ aldeide deidrogenasi. L’attivita’ del fegato non puo superare un certo limite, in quanto gli enzimi coinvolti  richedono un substrato (NAD+) che e’ presente in concentrazioni limitanti. Un altro enzima che può metabolizzare l’etanolo è il Cyp2E1, appartenente al complesso del citocromo P450, che interviene quando la quantità  di etanolo assunta supera le capacità  cataboliche delle deidrogenasi. La principale causa degli effetti nocivi delle bevande alcoliche e’ l’acetaldeide, metabolito intermedio della digestione dell’etanolo, che e’ di fatto un componente reattivo e tossico. Gli effetti dell’etanolo sul nostro organismo sono molteplici. Al livello del sistema nervoso centrale causa depressione e, analogamente ad altre sostanze come i barbiturici o le benzodiapedine, ha un effetto ansiolitico e provoca disinibizione comportamentale. L’ingestione di etanolo provoca vasodilatazione cutanea e un aumento del flusso sanguigno a livello gastrico, con aumentata perdita di calore (che dà  la tipica sensazione di calore). La perdita di calore fa diminuire la temperatura corporea, cosa che, associata a un effetto depressorio sui centri regolatori della temperatura a livello centrale, aumenta il rischio di morte per ipotermia. Dunque non e’ forse cosi indicato assumere alcol per riscaldarsi quando si e’ esposti a temperature particolarmente rigide. L’alcol inoltre ha degli effetti a livello cardiaco: provoca aritmie e deprime la contrattilità  del muscolo cardiaco. Inoltre provoca aumento della pressione sanguigna. I due fattori insieme aumentano il rischio di infarto. Un moderato consumo giornaliero (20-40 g/dì) invece è correlato a una riduzione di circa il 30% della mortalita’ associata a ischemia miocardica in concomitanza con una dieta “mediterranea”. Questo effetto è dovuto all’inibizione dell’aggregazione piastrinica e un aumento del colesterolo HDL, con una conseguente protezione dalle coronopatie e prevenzione dell’aterosclerosi. A livello gastrointestinale, in bevitori cronici di alcol si osserva generalmente malassorbimento a livello intestinale e diarrea, probabilmente dovuti a cambiamenti morfologici dell’epitelio intestinale (con un appiattimento dei villi) e una diminuzione degli enzimi digestivi. L’alcol ha un effetto tossico sia acuto che cronico sul pancreas, provocando pancreatiti probabilmente per una azione tossica diretta sulle cellule degli acini pancreatici. Ad ogni modo i maggiori effetti tossici si osservano nel fegato. Uno dei primi effetti della tossicità  è l’accumulo di grasso (lipidosi), che avviene anche dopo l’assunzione di dosi relativamente basse. Il danno epatico progredisce verso un’irreversibile necrosi e fibrosi epatica. Sia l’esposizione acuta che cronica all’alcol provoca impotenza nell’uomo. L’effetto sulla funzione sessuale nelle donne è meno noto, ma in donne alcoliste è stata segnalata una diminuzione della libido e della lubrificazione vaginale e alterazioni del ciclo mestruale. Sebbene  gli elencati effetti dell’etanolo siano tipici ed evidenti in consumatori abituali di alcol, come ogni sostanza che per il nostro corpo puo’ essere tossica  ha effetti nocivi anche con  in seguito ad un piccolo consumo mal regolato. Una cosa e’ bere un buon bicchiere di vino durante un pasto, sana abitudine che le vecchie generazioni di italiani hanno sempre seguito e cercato di tramandare, ben diverso e’ assumere alcol in maniera sregolata durante le nottate di baldoria.  Al riguardo ricordo qui di seguito anche gli effetti dell’intossicazione acuta da etanolo. I primi ben noti sintomi sono un eloquio indistinto, incoordinazione muscolare motoria, aumentata fiducia in se stessi ed euforia. La maggior parte dei soggetti sono rumorosi ed estroversi, mentre altri diventano più chiusi e solitari: comunque l’umore rimane labile, con atteggiamenti alternati di aggressività , sottomissione, euforia, malinconia. La dose tossica di etanolo dipende da individuo a individuo, per età , sesso, popolazione, alimentazione, malattie, assuefazione. Passare da dosi accettabili per il nostro organismo a dosi eccessive puo’ essere a volte molto facile: al di sopra di 250mg/100ml si arriva a vomitare; aumentando di un po’, con circa 400 mg/100 ml, si arriva all’incoscienza e al coma; oltre i 500 mg/100 ml si va incontro alla depressione dei centri respiratori e conseguente morte. Fonte: Ansa, Wikipedia

Publicato: 2010-05-05Da: Bio Blog

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