Incidenza dell’osteoporosi in Europa

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L’osteoporosi colpisce milioni di persone in tutto il mondo e ha un impatto significativo sulla morbidità  e sulla mortalità . I rilevanti costi economici e sociali sono associati alla cura dei pazienti che sviluppano fratture e l’incidenza dell’osteoporosi e i suoi costi associati continuano a crescere. Di conseguenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità  (WHO, World Health Organization) ha identificato l’osteoporosi come una priorità  sanitaria a livello mondiale. Prevalenza L’osteoporosi è una malattia asintomatica e spesso passa inosservata fin quando non si verifica una frattura da fragilità  ossea, solitamente a livello delle anche, delle vertebre della spina dorsale o dei polsi. In Europa, circa il 30% di tutte le donne in post menopausa sono affette da osteoporosi e più del 40% di queste presenterà  fratture osteoporotiche nella loro vita. Inoltre, il 15-30% degli uomini svilupperà  almeno una frattura da fragilità  ossea. Nei paesi europei, l’incidenza di fratture all’anca è aumentata nientemeno che del 30-100% tra il 2001 e il 2007. Nel 2000, si sono verificate un totale di 3,79 milioni di fratture osteoporotiche e si è calcolato che, di queste, 0,89 milioni erano fratture all’anca. Si ritiene che le fratture vertebrali si verifichino nel 10-24% degli uomini e delle donne oltre i 50 anni e che l’incidenza della malattia aumenti drasticamente con l’età . Si calcola che la prevalenza delle fratture vertebrali sia del 5% e del 10 % rispettivamente nelle donne e negli uomini, tra i 50 e 54 anni; mentre la prevalenza aumenta dopo i 75 anni d’età  toccando percentuali pari al 25% e al 18%.5 Ad ogni modo, dato che all’incirca in un terzo dei casi in Europa le fratture vertebrali non vengono rilevate4, probabilmente la prevalenza effettiva è più alta. L’anamnesi di fratture osteoporotiche è un fattore di rischio importante per ulteriori fratture. Il rischio di successive fratture aumenta di più del doppio nelle persone con precedenti di fratture all’anca o vertebrali. Impatto sulla qualità  di vita, sulla morbosità  e sulla mortalità  Le fratture osteoporotiche spesso limitano la mobilità  e la capacità  del paziente di svolgere le mansioni quotidiane. Infatti, le fratture incidono maggiormente sulla perdita di anni di vita in buono stato di salute (DALYs- Disability Adjusted Life Years) rispetto ai tipi comuni di cancro, ad eccezione del cancro ai polmoni.7 Inoltre, le donne oltre i 45 anni passano più giorni in ospedale a causa dell’osteoporosi rispetto a molte altre malattie, tra cui il diabete, l’infarto miocardico e il cancro al seno.3 Il dolore, la disabilità  e la perdita d’indipendenza associate all’osteoporosi colpiscono anche il benessere mentale delle persone riducendone la qualità  di vita. L’osteoporosi ha un impatto negativo anche a livello psicologico; causa ansia e depressione o addirittura chiusura sociale e isolamento. Il 40% circa delle donne affette da osteoporosi sperimenta sintomi di depressione, il 58% patisce un senso di scarso benessere e il 41% riferisce di una riduzione della qualità  di vita.9 Il dolore è presente nel 50% delle donne con osteoporosi, il 26% delle quali ne soffre per più di 10 ore al giorno. In Europa, il 24% delle donne e il 33% degli uomini muore entro l’anno successivo a una frattura all’anca.8 Tra coloro che sopravvivono, circa il 40% sono incapaci di camminare in maniera indipendente e fino all’80% non sono completamente in grado di svolgere le attività  fondamentali della vita quotidiana.10 Di conseguenza, circa un terzo di questi pazienti vive in centri di assistenza negli anni successivi alla frattura.4 Onere economico dell’osteoporosi Le fratture osteoporotiche impongono un peso finanziario significativo agli individui e ai servizi sanitari. In Europa, è stato calcolato che i costi sanitari totali diretti dell’osteoporosi equivalgono a più di 36 miliardi di euro all’anno e si prevede un aumento fino a 76,7 miliardi di euro nel 2050 a causa dell’invecchiamento della popolazione. Le fratture all’anca sono quelle che generano i costi economici maggiori rispetto agli altri tipi di fratture, poiché questi pazienti devono essere ricoverati in ospedale per lunghi periodi di tempo. La quantità  di tempo trascorso in ospedale a seguito di una frattura all’anca può variare considerevolmente da 3 giorni a qualche settimana fino a diversi mesi, con una media di circa 10 giorni. Valutazione del rischio per le fratture osteoporotiche Poiché lo sviluppo della prima frattura aumenta il rischio di ulteriori fratture, è essenziale identificare e curare i pazienti a rischio per prevenire una serie di fratture. A questo scopo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità  ha sviluppato un algoritmo di valutazione del rischio di fratture (FRAXTM) utilizzando fattori di rischio clinici con o senza misurazioni della densità  minerale ossea (BMD).1 L’algoritmo include i fattori di rischio di un soggetto come l’età , il sesso, il peso, l’altezza e la BMD del collo femorale se disponibile, ma anche altri fattori di rischio clinici rilevanti, come una precedente frattura da fragilità  e un’anamnesi familiare di fratture dell’anca. Il modello FRAXTM è stato sviluppato attraverso studi di coorte basati sulla popolazione di Europa, Nord America, Asia e Australia, e calcola la probabilità  del soggetto nel corso di 10 anni di subire una frattura osteoporotica attraverso una percentuale che può guidare i medici nelle decisioni sulle cure da attuare. Prevenzione delle fratture osteoporotiche L’identificazione e la cura degli individui ad alto rischio di fratture osteoporotiche è essenziale per ridurre la morbidità  e la mortalità  associate a questa malattia. Oltre ad una dieta adeguata e all’esercizio fisico, alcuni farmaci possono aiutare a rallentare il riassorbimento osseo e a ridurre il rischio di frattura. È essenziale aumentare la consapevolezza delle implicazioni dell’osteoporosi in modo tale da poter riconoscere la malattia nelle persone che ne sono colpite e trattarle con cure appropriate per prevenire le fratture.

Publicato: 2009-03-30Da: Bio Blog

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