Carie e otturazioni in amalgama al mercurio

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La carie dentaria, la malattia più comune del genere umano, altro non è che un deperimento dei denti causato dall’azione degli acidi derivati dallo zucchero, dall’amido, dai germi e dai batteri che vivono sulla superficie dei denti. Più un individuo mangia zucchero e amido più acido si forma nella sua bocca. L’acido agisce sullo smalto dei denti, formando una cavità , o buco, e in seguito la carie. Se la cavità  non viene pulita in tempo e otturata dal dentista, la dentina, simile all’avorio, o corpo del dente, comincia a cariarsi, permettendo alla cavità  di raggiungere la polpa dentaria. Se la polpa esposta si infetta, si forma un ascesso. Un ascesso è un sacchetto di pus che si forma alla fine della radice del dente. Da qui, l’infezione può propagarsi per tutto il corpo; pertanto, il dente infetto deve essere estratto per proteggere la salute della persona interessata. Per le otturazioni dentarie viene utilizzata un amalgama o lega di mercurio con zinco e argento (soprattutto nei distretti posteriori) che da molto tempo ha scatenato un forte dibattito sulla sicurezza per la salute. Nessuno ha dubbi sulla pericolosità  del mercurio, infatti, il dibattito -non ancora concluso- è sulla possibilità  e sulla quantità  di materiale tossico che viene rilasciata o meno dall’otturazione e quindi ingerita. Le principali patologie attribuite all’amalgama a base di mercurio sono: ricorrenti crisi di cefalee, depressione, disturbi neurologici e danni al sistema immunitario, renale, intestinale, riproduttivo e nervoso. I cosiddetti “innocentisti” affermano invece che il quantitativo di mercurio rilasciato è minimo e potrebbe causare situazioni patologiche solamente a persone già  con problemi di intolleranza o allergia al materiale. In ogni caso, l’Associazione Dentisti italiani sconsiglia altamente a chi già  possiede otturazioni di questo tipo di rimuoverle perché i vapori di mercurio, emessi in seguito allo sfregamento del trapano, darebbero luogo a rischi maggiori per la salute. [foto wikipedia]

Publicato: 2007-10-29Da: Bio Blog

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