Vendita di farmaci sfusi

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Uno dei grossi problemi per chi acquista farmaci, è lo spreco degli stessi. Infatti, le confezioni in vendita presso le farmacie o nei supermercati hanno un quantitativo di prodotto che nella maggior parte dei casi risulta essere sovrabbondante allo scopo che si prefigge e che quindi, finita la terapia, è destinato a scadere. Qualcuno, per ovviare all’inutile spreco, ha avanzato la proposta della vendita di farmaci monodose: un cambiamento che servirebbe solo a far guadagnare sempre le farmacie e a far pagare i consumatori, perché un prodotto monodose avrebbe costi di confezionamento che, in quasi tutti i casi, andrebbero oltre il valore del farmaco. La vera alternativa è invece la vendita del prodotto sfuso, dietro richiesta del consumatore o indicazione della ricetta, in modo da garantire il quantitativo strettamente necessario per la cura della malattia e non oltre. Ovviamente, questo si potrebbe attuare prevalentemente per i medicinali costosi dei quali spesso se ne devono usare solo poche dosi. In stati come Galizia, Stati Uniti e Cuba dove la vendita dei farmaci sfusi è già  una realtà  il risparmio si aggira attorno al 35-45% e in Italia si stima che i soldi spesi in meno sarebbero circa 350 mila euro l’anno. Chissà  se il Ministro della Salute Livia Turco o il Ministro alle riforme Pier Luigi Bersani sapranno cogliere questa opportunità  per avvantaggiare ulteriormente i consumatori (cosa che, a quanto pare, non ha intuito l’On. Leopoldo di Girolamo non votando l’emendamento proposto).

[via Striscia]

Publicato: 2006-10-25Da: Bio Blog

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