Allungamento degli arti

Categoria: Anatomia Archive IT Chirurgia estetica Protesi
Tag: #Chirurgia #Chirurgia estetica #femore #operazioni
Condividi:

L’allungamento degli arti è attualmente una procedura diffusa, eseguita sia per il trattamento dei nanismi che degli accorciamenti post-traumatici di un segmento. Questo metodo è diventato famoso grazie alle notizie di cronaca degli ultimi tempi, che hanno coinvolto da vicino una modella svizzera (nome rimosso per volere della paziente): il motivo della sua operazione era però vincolato all’ambito prettamente estetico.

A detta degli esperti questo è un intervento tutt’altro che semplice, con dei rischi come infezioni, trombosi, mancata guarigione dell’osso con necessità  di reintervento, lesione dei nervi e dei vasi. Un aggravante poi è dato dalla necessità  di operare su entrami gli arti, per non creare differenze significative. Unico caso in cui questo non si presenta è nella cura delle asimmetrie, nelle quali il difetto va corretto su uno solo dei due. Una volta eseguita l’operazione è possibile allungare i segmenti corporei sino a più di un terzo della loro lunghezza iniziale, procedendo alla velocità  di circa 1 millimetro al giorno (distrazione lenta e progressiva), dopo aver sezionato l’osso in un punto (osteotomia). Ad esempio, è possibile che un soggetto alto 1.50 metri arrivi fino ad 1.70 metri di altezza: significa un guadagno di ben 20 centimetri. Gli allungamenti si eseguono con varie metodiche. Quelle attualmente più in uso sono quelle che utilizzano fissatori esterni circolari (visibile nella foto sovrastante) per la gamba (tibia-perone) o assiali per il braccio (omero) e per la coscia (femore). A livello femorale è possibile utilizzare in alcuni casi selezionati un chiodo endomidollare (cioè all’interno dell’osso), che permette la graduale distrazione senza necessità  di alcun apparato esterno. Il decorso post-operatorio comprende una degenza ospedaliera di circa 5-6 giorni, e controlli clinici e radiografici ad una cadenza di circa 30 giorni. Il paziente può caricare da subito (per quanto tollerato), con i fissatori esterni, mentre deve osservare un carico parziale con 2 stampelle nel caso si sia usato il chiodo endomidollare. La tecnica con questo chiodo, che permette allungamenti del solo femore in un range che varia tra i 6 e i 10 centimetri, ha mostrato brillanti risultati soprattutto in relazione al fatto che tutto il dispositivo è all’interno dell’osso e i disagi legati all’allungamento vengono assai limitati, permettendo così un ritorno rapido alla vita di tutti i giorni. In generale, il tempo di guarigione è di circa 35 giorni per centimetro di allungamento. Nei bambini questo tempo è assai ridotto, talvolta dimezzato in soggetti acondroplasici. L’allungamento attraverso l’uso di fissatori esterni richiede un tempo massimo di rimozione non superiore al periodo di guarigione, mentre questo che si allunga enormemente (fino a 2 anni) con la tecnica del chiodo endomidollare.

[via Ortopedia on line]

Publicato: 2006-04-11Da: Bio Blog

Potrebbe interessarti

Interventi e chirurgia laser per le patologie oculari

Le patologie oculari sono molto comuni tra la popolazione mondiale e possono avere un impatto significativo sulla qualità di vita delle persone. Fortunatamente, grazie ai progressi tecnologici negli ultimi anni, ci sono molti nuovi trattamenti chirurgici e con laser disponibili per curare queste malattie. Uno dei trattamenti chirurgici più comuni è la chirurgia della cataratta.… Continua a leggere Interventi e chirurgia laser per le patologie oculari

2023-05-31elisa

Patologie oculari: cause e sintomi

Le patologie oculari che richiedono la chirurgia possono essere di diverso tipo, ma tutte si manifestano con sintomi specifici che devono essere riconosciuti e curati tempestivamente per evitare complicazioni. Tra le patologie oculari che richiedono la chirurgia, la cataratta è sicuramente una delle più diffuse e importanti, soprattutto nel mondo degli anziani. Si tratta di… Continua a leggere Patologie oculari: cause e sintomi

2023-05-31elisa

Da Vinci 3D HD

Un nuovo modello del robot chirurgico Da Vinci sta facendo parlare di sé grazie a un nuovo sistema di visualizzazione del campo operatorio 3D e soprattutto in alta definizione. Questa apparecchiatura è ampiamente utilizzata in operazioni chirurgiche minimamente invasive in diverse parti del corpo. Come scritto nel comunicato della Intuitive Surgical, il Da Vinci ingrandisce… Continua a leggere Da Vinci 3D HD

2009-04-20Bio Blog

20 anni di botulino

È una storia gloriosa quella del botulino, scoperto nel lontano 1820 e approvato per la prima volta nel 1989 dall’autorità  americana per il farmaco (FDA) con l’indicazione per le distonie oculari. Da quell’anno le possibili applicazioni cliniche non hanno fatto che moltiplicarsi sino ad arrivare alle oltre 20 attuali. Ma dopo le sue applicazioni in… Continua a leggere 20 anni di botulino

2009-04-01Bio Blog